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Alcune note bibliografiche sul paesaggio (a cura di Maria Rosaria Iacono) :

• ASSUNTO Rosario, Il paesaggio e l’estetica.

Palermo Novecento editrice 2006 . Rosario Assunto (1915-1994) docente di estetica presso l’università di Urbino per 25 anni, è stato il primo professore di facoltà filosofiche ad occuparsi nelle sue lezioni del tema del paesaggio, “..che altro non è se non la natura considerata sotto l’aspetto della bellezza…” Lezioni inserite in un più ampio ciclo di corsi il cui l’oggetto era schellinghianamente, la filosofia della natura

• BENI Culturali, urbanistica e paesaggio nell’opera di Antonio Cederna (1921-1996).

a cura di Ministero per i Beni Culturali-Ufficio centrale per i Beni Ambientali e Paesaggistici e Centro di Documentazione “A- Cederna”. Roma 1999. La pubblicazione raccoglie una selezione significativa degli articoli di Antonio Cederna dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, in cui, come si legge nell’introduzione di Giovanna Melandri, “analizza e denuncia le più oscure vicende dell’urbanistica italiana, in difesa del paesaggio, della natura, dei centri storici saccheggiati dalla speculazione edilizia e dall’incultura”.

• CALVINO, Italo, Le città invisibili.

Milano Mondadori 2009 Lo scrittore stesso in una conferenza tenuta a New York nel 1983 motivando la sua opera interpretando si fa portavoce del sempre più diffuso disagio di vivere nelle città, che non sono più a misura d’uomo e delle sue esigenze: “che cos’è oggi la città per noi?Penso di aver scritto qualcosa come un ultimo poema d’amore alle città nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città”.

• CROCE Elena, La lunga guerra per l’ambiente.

Milano, Mondadori 1979 L’autrice (1915-1994), figlia primogenita di Benedetto Croce è stata cofondatrice dell’associazione Italia Nostra, insieme ad altri intellettuali tra cui Bassani, si è resa protagonista di una serie di iniziative significative per la difesa per l’ambiente, come le battaglie contro il mostro del Fuenti e contro l’abusivismo nel Parco degli Abruzzi, ricordate tra l’altro in questo volume.

• DONADIEU. Pierre, Campagne urbane : una nuova proposta di paesaggio della città.

Roma, Donzelli 2006. L’autore ingegnere, agronomo, geografo ed ecologo, è professore all’ École nationale supérieure du paysage di Versailles, dove è direttore del Laboratorio di ricerche e del Dipartimento di scienze umane. Considerato uno dei massimi esperti europei del paesaggismo pone in queste pagine la necessità di ribaltare la tradizionale idea di una contrapposizione tra la città e la campagna che, alla luce degli attuali sviluppi, ci impedisce di cogliere il ruolo che può invece assumere la campagna urbana. Quello che un tempo pareva solo un ossimoro costituito da due termini tradizionalmente antitetici, diventa invece un paesaggio in cui si vanno delineando indizi di nuove ecologie tra territorio e società, in parte dipendenti dalla cultura urbana e da quella rurale, ma per molti aspetti portatrici di una proposta inedita di sostenibilità e di nuove forme di spazialità urbana su cui è giunta l’ora di interrogarsi.

• HACKERT, Jakob Philipp, GOETHE JohannWolfang Lettere sulla pittura di paesaggio a cura di Paolo Chiarini.

Roma Artemide 2002. La raccoltav di lettere dei due autori si rivelano valide ancora oggi, per la considerazione secondo cui in pittura ogni cosa è esperienza dei sensi che va coniugata con la ricerca del bello ideale, utilizzando “il disegno a occhio nudo e dal vero, senza ulteriori ausili”.

• MAIURI Amedeo, Passeggiate campane.

Amedeo Maiuri (1886-1963), archeologo “consacrato” agli scavi di Ercolano e Pompei, persorse e descrisse la Campania e le regioni ad essa collegate, raccontandone la storia e la natura, gli usi e i costumi e rievocando i miti mediterranei. I sessantadue scritti della raccolta offrono al lettore pensieri, sensazioni, immagini e sono un . altissimo esempio della capacità di Osservare e Descrivere, esperienza conoscitiva per eccellenza.

• SARAMAGO José, Una terra chiamata Alentejo.

Milano Feltrinelli 2010. Lo scrittore racconta le vicende di quattro generazioni di umili braccianti, prevaricati e sfruttati dall’economia latifondista nella regione portoghese dell’Alentejo. E’ l’epopea di una classe di vinti che si mescola con “la poetica rappresentazione del paesaggio” e la descrizione delle secolari ingiustizie.

• SERENI Emilio, Storia del paesaggio agrario italiano.

Bari 1972. Emilio Sereni .(1907-1977) ha svolto una vivace e originale ricerca storiografica il cui risultato forse più importante è stato Il Capitalismo nelle campagne (1860-1900) edito da Einaudi nel 1947. In questo saggio sulla storia del paesaggio agrario italiano l’autore, nella stessa prefazione, spiega che intende esporre “ in forma sommaria, non specialistica e spoglia di ogni apparato erudito”, i risultati di ricerche condotte prevalentemente entro il 1955, sulla storia rurale del nostro paese dall’epoca della colonizzazione greca ed etrusca fino ai tempi nostri. L’ampia realtà che il paesaggio rappresenta è stata indagata sfruttando la prassi metodologica e la terminologia di diverse discipline scientifiche, quali la storia delle tecniche e dei rapporti agrari, la storia dell’arte, l’archeologia, la filosofia, l’economia in quanto non si può cercare di spiegare il paesaggio campano, come d’altra parte quello toscano o lombardo, senza riportarsi a tutto il processo di sviluppo economico, sociale e culturale che è alla base della sua formazione.

• SETTIS Salvatore, Paesaggio, costituzione, cemento.

La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile. Torino, Einaudi, 2010. Ancora una volta, dopo l’Italia spa. L’assalto al patrimonio culturale, l’analisi ampiamente documentata e argomentata di Salvatore Settis, ci mostra l’impietosa realtà dell’Italia. “Quello che fu il Bel Paese fa scempio di se stesso, è sommerso dal cemento”. Nel risvolto di copertina si legge: ”E’ necessario un nuovo discorso sul paesaggio, che analizzi le radici etiche e giuridiche della tradizione italiana di tutela, ma anche le ragioni del suo logoramento”. E’ una chiamata “alle armi” per un impegno civico diffuso e consapevole che riconosce nell’art. 9 della nostra Costituzione il suo fondamento ideale e normativo.

• TOURING Club Italiano, Il Paesaggio Italiano. Idee contributi, immagini.

Milano, Touring Club editore, 2000. La publicazione, edita con il patrocinio del Ministero per i >Beni e le attività Culturali, a un anno dalla conferenza nazionale per il Paesaggio promossa dal Ministero per i Beni e le attività culturali, raccoglie undici saggi di eminenti studiosi ed esperti di diverse discipline come Giuseppe Galasso e Corrado Barberis, Antonio Paolucci e Roberto Vacca, solo per citarne alcuni. I loro scritti ci aiutano a riflettere cosa si intende per paesaggio, che significato ha avuto e ha nella nostra storia e nella nostra vita.

• BRADLEY Frederick, Paesaggio o panorama? Dialogo sulla necessità di una visione consapevole del territorio.

Mediaits, 2011. Nella fraseologia comune i termini paesaggio e panorama sono in genere considerati sinonimi e come tali utilizzati vicendevolmente per indicare sia l’espressione dei caratteri che nell’insieme danno la percezione del significato di un territorio, sia una scena, cioè una rappresentazione, dello stesso territorio a cui si riconosciuto un valore estetico importante. Un dualismo, anche e soprattutto culturale, di portata tale da influenzare l’evoluzione storica del concetto stesso di paesaggio con sensibili ripercussioni nella definizione dei criteri di pianificazione e gestione del territorio, così come nella visione che del territorio ha il comune cittadino.

• BRADLEY Frederick, Andrar per paesaggi. Capire il paesaggio senza esserne specialisti.

Mediaits, 2011. Tutto ciò che osserviamo in un paesaggio ha un preciso significato; interpretare questo significato vuol dire leggere il paesaggio. In questo manuale si descrive un metodo di lettura del paesaggio che prescinde dalla conoscenza specialistica del territorio e può diventare una pratica comune per scoprire il territorio che si sta visitando. Non è solo una forma di turismo culturale, ma una visione del rapporto tra l’uomo e il territorio che si ripercuote direttamente sulla qualità della nostra vita. Un aspetto enfatizzato dalla Convenzione Europea del Paesaggio il cui concetto di paesaggio esce dall’ambito di ristrette élite culturali per coinvolgere direttamente la visione e il pensiero del cittadino comune. La percezione del paesaggio diviene così una capacità riconosciuta a chiunque sia in grado di interpretare ciò che osserva, anche solo in base alle sue personali conoscenze: una condizione che esiste da sempre ma che l’uomo moderno ha ormai dimenticato. In allegato si riporta il testo della Convenzione Europea del Paesaggio.